25 settembre 2005

"Il Re e i buffoni" (fiaba dei fratelli Propp)

C'era una volta il regno di Piragniasco. Questo era un regno dove gli uomini lavoravano duramente e le donne attendevano tutto il giorno il ritorno dei loro mariti, che però preferivano passare le notti alla "Locanda del Falò". Alla "Locanda del falò", delle belle signorine aspettavano clienti a fianco di pneumatici in fiamme: il loro lavoro era quello di far godere gli uomini risolvendo per loro sudoku molto difficili, ma facendo pensare ai clienti che fosse opera della loro intelligenza. A quell'epoca i carri avevano le ruote di legno, poichè i pneumatici venivano bruciati.
Piragniasco era dominata da un re di picche, detto "il Re di picche". Il "Re di picche" era sempre insoddisfatto: i sudoku non gli bastavano più e neanche le corse dei nani. Aveva speso fortune immense alla ricerca di piaceri esotici e in viaggi esotici e in cibi esotici e in esotismi esotici ma invano. Nemmeno più lo snowboard lo divertiva, e nemmeno il bungee jumping da terra. Si era inventato il bungee jumping dalla torre, ma all'epoca non esisteva l'elastico, quindi una volta sceso, stava giù e non era affatto divertente. Decise così di indire un concorso per buffoni, ed il prescelto avrebbe divertito il Re a vita, in cambio di somme considerevoli (50.000 dollari afgani di oggi al mese). Vennero buffoni da tutto il mondo, dall'Asia, dall'Africa, dall'Europa, e basta poichè nessuno aveva ancora scoperto l'America e l'Oceania. Ai buffoni asiatici fu subito tagliata la testa perchè parlavano in lingue incomprensibili e il Re si sentiva un idiota. I buffoni africani furono subito rispediti a casa, poichè il Re era intollerante ai latticini (questa la scusa ufficiale, ma nessuno mai ci credette veramente). Toccò infine ai buffoni europei. Cominciò il tedesco, ma venne ucciso perchè balbettava le pause. Poi fu il turno del francese, ma venne subito assassinato poichè il Re, che soleva alzarsi tardi, non sopportava i galli. Infine fu il turno dell'italiano, che inizialmente piacque al re. Per farlo divertire, l'italiano si sbucciò un ginocchio e se lo mangiò. Poi però scivolò sulla buccia, cadde sulla testa e morì. I concorrenti erano tutti morti, e il Re capì che doveva arrangiarsi da solo, per il suo divertimento. Fu così che inventò il lancio del martello. Il fatto è che lanciava i martelli dall'alto della sua torre, mirando ai passanti. Quando ne colpiva uno urlava "Evviva" e ricominciava. Quando si annoiava usava il suo fucile da cecchino, oppure un bazooka. E visse felice e contento per altri 2 anni, poi cominciò a bere. Bevve così tanto che annegò. La favola insegna che troppo sale alza la pressione, e troppo scende abbassa la pressione.